Dialoghi di distensione tra Iran e Arabia Saudita
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La relazione dell’Iran con l’Arabia Saudita potrebbe entrare in “un nuovo capitolo di interazione e cooperazione”, ha detto giovedì il portavoce del ministero degli esteri iraniano Saeed Khatibzadeh, mentre i due paesi segnalano una rapida ricucitura dei rapporti diplomatici.
I commenti di Khatibzadeh sono venuti in risposta a un’intervista che il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha rilasciato alla televisione di stato questa settimana, quando ha detto che i problemi tra i rivali regionali potrebbero essere superati e “buone relazioni” potrebbero presto prevalere. I suoi recenti commenti offrono un netto contrasto con quelli che ha fatto nel 2018, quando ha paragonato la Guida Suprema dell’Iran Ayatollah Ali Khamenei ad Adolf Hitler e ha descritto l’Iran come parte di un “triangolo del male”.
Dietro le quinte, i due paesi sono stati anche impegnati. All’inizio di questo mese, il Financial Times ha dato la notizia di colloqui diretti, tenuti a Baghdad, con un obiettivo primario di porre fine alla guerra in Yemen.
Perché questo cambiamento? Anche se gli Stati Uniti non sono stati coinvolti nell’apertura diplomatica, le recenti mosse statunitensi hanno certamente contribuito ad essa. Come ha scritto Trita Parsi su Foreign Policy di giovedì, il desiderio dell’amministrazione Biden di spostare la sua attenzione dal Medio Oriente ha incoraggiato l’Arabia Saudita a prendere in mano la situazione. “Le opportunità diplomatiche sono sempre esistite”, scrive Parsi, “ma sono state percepite come subottimali dai partner statunitensi rispetto al semplice affidarsi a Washington per sostenerli e risolvere i loro problemi”.
Per Parsi, la logica è chiara. “Se gli Stati Uniti fanno un passo indietro militarmente, i partner regionali saranno spinti a fare un passo avanti diplomaticamente”, scrive.